Magdi Allam

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Magdi Cristiano Allam
مَجْدِي علام

Europarlamentare
Durata mandato17 luglio 2009 –
30 giugno 2014
LegislaturaVII
Gruppo
parlamentare
PPE (2009-2011)
EFD (2011-2014)
CircoscrizioneItalia nord-occidentale
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoIo Amo l'Italia (dal 2009)
In precedenza:
Protagonisti per l'Europa Cristiana (2008-2009)
UdC (2009-2011)
FdI (2014-2015)
Titolo di studioLaurea in sociologia
UniversitàUniversità degli Studi di Roma "La Sapienza"
Professionegiornalista, scrittore

Magdi Cristiano[1] Allam, nato Magdi Allam (in arabo مَجْدِي علام?, Maǧdī ʿAllām; Il Cairo, 22 aprile 1952) è un giornalista, saggista e politico egiziano naturalizzato italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

L'infanzia e il trasferimento in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Per volontà della madre Safeya (Ṣāfiya), che lavorava come baby sitter per una famiglia benestante italiana, i Caccia, studiò presso il collegio cattolico delle suore comboniane al Cairo.[2] Dal 1962 fino al 1970 proseguì i suoi studi in un collegio salesiano guidato da don Carlo Moroni. Imparò la lingua italiana e acquistò familiarità con la cultura italiana e occidentale e con la religione cattolica (pur non essendo ancora battezzato).[3]

A vent'anni (1972) ottiene una borsa di studio bandita dal governo italiano e si trasferisce in Italia.[4][5] Si laurea in Sociologia alla Sapienza - Università di Roma.[6][7]
Allam ha tre figli: Davide, avuto dalla moglie Valentina Colombo, Sofia ed Alessandro, nati dal precedente matrimonio.[8]

L'attività giornalistica in Italia[modifica | modifica wikitesto]

La carriera giornalistica di Magdi Allam è iniziata nei primi anni ottanta. Si è occupato da subito di tematiche legate al Vicino Oriente e ai rapporti tra questo e l'Occidente. Dopo avere collaborato con i quotidiani il manifesto e con l'agenzia di stampa «Quotidiani Associati»,[4] dove scrive articoli di politica internazionale, entra a La Repubblica, dove lavora come editorialista e inviato speciale. Nel 2003 Stefano Folli lo porta al Corriere della Sera offrendogli la carica di "vicedirettore ad personam", una qualifica superiore a quella ricoperta a la Repubblica e che sollevava Allam da ogni responsabilità sulla linea politica del giornale. Il suo primo articolo al Corriere è datato 3 settembre 2003;[9] Allam firma il suo ultimo articolo per il quotidiano di via Solferino il 30 novembre 2008,[10] quando direttore è Paolo Mieli (i due si erano conosciuti nel 1978 alla «Quotidiani Associati»). Dal 2009 ha iniziato una collaborazione con Libero Quotidiano. Vince il Premio Letterario Internazionale "Il Molinello" 2009 – XIII Edizione con il libro "Grazie Gesù", edito da Mondadori.[11] Dal 2011 ad oggi lavora come editorialista de Il Giornale.

Le sue posizioni severamente critiche sul mondo islamico (dura condanna di numerose associazioni islamiche da lui ritenute estremiste, proposta del divieto di costruire nuove moschee,[12] teorie riguardanti rapporti occulti tra moschee e gruppi terroristici che ne avrebbero in alcuni casi anche finanziato la costruzione)[13] gli hanno procurato critiche ma anche consensi.[senza fonte]

I suoi ammiratori lo citavano spesso come modello di musulmano moderato e di arabo perfettamente integrato nel mondo, nella cultura e nel sistema di valori propri dell'Occidente;[14] per i suoi detrattori si tratta invece di un personaggio inattendibile, che diffonde odio e sospetti.[15] Sembra un incidente giornalistico (rimasto irrisolto) quanto da lui dichiarato il 31 maggio 2004 sul Corriere della Sera: Allam scrive che nel commando dell'iracheno Muqtada al-Sadr, che aveva rapito quattro italiani e trucidato Fabrizio Quattrocchi, vi era un italiano. Invitato a rivelarne il nome, Allam non lo fa, affermando che la notizia gli era stata comunicata dai servizi segreti italiani. La richiesta di Sandro Bondi e di Franco Servello in Parlamento fu che, a quel punto, il governo di Silvio Berlusconi avrebbe dovuto rivelare "di quali notizie disponga" e quali fossero "i collegamenti tra terrorismo islamico e componente italiana del terrorismo internazionale". Al di là dell'indimostrata esistenza di una "componente italiana del terrorismo internazionale" a quella data, tali domande, così come quella avanzata dal gruppo DS al Senato, rimasero senza risposta alcuna, né Allam confermerà mai quella che di fatto è rimasta una dichiarazione senza alcuna fonte accertabile.[16]

Nel 2006 Allam ha vinto, congiuntamente a tre altri giornalisti, il premio Dan David, istituito dall'omonima fondazione israeliana in onore di un imprenditore israeliano.[17] Il premio, dotato di 1 milione di dollari,[18] fu diviso come da regolamento in parti uguali con gli altri tre vincitori, e donò il 10% del premio a studenti laureati nei loro rispettivi campi.[19] Gli è stato assegnato per "il suo incessante lavoro mirante a favorire la comprensione e la tolleranza fra le culture".[20]

La conversione al cattolicesimo[modifica | modifica wikitesto]

Il 22 marzo 2008, durante la veglia pasquale, Magdi Cristiano Allam formalizzò la sua conversione al Cattolicesimo ricevendo in San Pietro in Vaticano da papa Benedetto XVI battesimo, cresima ed eucaristia in un'unica circostanza.[21]

Riguardo a Benedetto XVI dichiarò:

«Indubbiamente l’incontro più straordinario e significativo nella decisione di convertirmi è stato quello con il papa Benedetto XVI, che ho ammirato e difeso da musulmano per la sua maestria nel porre il legame indissolubile tra fede e ragione come fondamento dell’autentica religione e della civiltà umana, e a cui aderisco pienamente da cristiano per ispirarmi di nuova luce nel compimento della missione che Dio mi ha riservato.»

Con la conversione assunse il nome di Cristiano: già dal libro Grazie Gesù si firma come Magdi Cristiano Allam. Padrino del giornalista è stato Maurizio Lupi, all'epoca deputato di Forza Italia.[23]

Yahya Sergio Yahe Pallavicini, vicepresidente della comunità islamica italiana Coreis, ha dichiarato all'ANSA di rispettare la scelta di Allam, pur avanzando qualche "perplessità" per il momento e il luogo «di così grande valore simbolico» scelto per la conversione: «Se Allam realmente è stato spinto da una forte ispirazione spirituale, forse sarebbe stato meglio procedere con delicatezza, magari con un prete a Viterbo, dove egli vive».[24] L'UCOII, associazione islamica con la quale Allam ha sempre fortemente polemizzato, ha anch'essa dichiarato per bocca del suo portavoce, l'imam ʿIzz al-Dīn al-Zīr, di rispettare la scelta di Allam: «L'importante è che ogni persona viva la sua religiosità in modo pacifico e rispettando le altre religioni».[24]

La critica alla Chiesa[modifica | modifica wikitesto]

Il 25 marzo 2013 dichiara al quotidiano Il Giornale: «Prendo atto che la Chiesa è fisiologicamente tentata dal male, inteso come violazione della morale pubblica, dal momento che impone dei comportamenti che sono in conflitto con la natura umana, quali il celibato sacerdotale, in aggiunta alla tentazione del denaro»; «Ciò che più di ogni altro fattore mi ha allontanato dalla Chiesa è il relativismo religioso e la legittimazione dell'Islam come vera religione, di Allah come vero Dio, di Maometto come vero profeta, del Corano come testo sacro, delle moschee come luogo di culto»; «Sono contrario al globalismo che porta all'apertura incondizionata delle frontiere nazionali sulla base del principio che l'insieme dell'umanità deve concepirsi come fratelli e sorelle, che il mondo intero deve essere concepito come un'unica terra a disposizione di tutta l'umanità»; «Sono contrario al buonismo che porta la Chiesa a ergersi a massimo protettore degli immigrati, compresi - e soprattutto - i clandestini».[25][26][27]

In un'intervista concessa al Wall Street International Magazine in data 15 agosto 2013,[28] Magdi Cristiano Allam comunica quanto segue: "Sono cristiano, considero valido il battesimo ricevuto da Benedetto XVI ma critico i comportamenti della Chiesa a partire dalla sostanziale legittimazione dell'Islam come religione di pari valore del cristianesimo, dall'adesione all'ideologia dell'immigrazionismo fino alla legittimazione dei clandestini, dal sostegno ai poteri finanziari come è stato con il governo Monti, uomo della Goldman Sachs, Moody's, Gruppo Bilderberg e Commissione Trilaterale."

L'elezione al Parlamento europeo[modifica | modifica wikitesto]

Il 30 novembre 2008 Magdi Allam annuncia la fondazione del partito Protagonisti per l'Europa Cristiana. In un'intervista al Corriere della Sera, Allam dichiara di aver creato questo nuovo soggetto politico anche per la tutela e l'affermazione in politica delle radici cristiane dell'Europa.[29]

Allam sigla in seguito un accordo con l'UDC, in virtù del quale viene candidato come indipendente, capolista per il Nord-Ovest alle elezioni europee del 2009. È stato eletto al Parlamento Europeo con 39.637 preferenze personali.

A fine mandato, nel maggio 2014, risulterà tra i parlamentari più assenti alle votazioni nella legislatura con il 77,12 % di presenze alle votazioni in plenaria.[30]

La nascita di Io Amo l'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Il 28 e 29 novembre 2009 si svolge a Solbiate Olona (VA) il primo congresso del movimento politico di Allam, che assume il nome di Io Amo l'Italia.[31] Il movimento adotta come simbolo elettorale un disegno regalato da Giorgio Forattini raffigurante una bandiera italiana tricolore sulla quale è impressa una croce gialla. Il movimento politico Io Amo L'Italia ha istituito un "Centro per la riforma etica delle istituzioni", articolato su 11 commissioni tematiche.

Nel dicembre 2011 Allam abbandona il gruppo parlamentare del Partito Popolare Europeo (PPE), in polemica sulla tiepidezza del gruppo sui temi etici e sulla presenza nel PPE del partito islamico-conservatore turco Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP),[32] e si è iscritto al gruppo euroscettico Europa della Libertà e della Democrazia, dove siede assieme agli europarlamentari italiani della Lega Nord e ad altri movimenti nazionalisti, quali il Raggruppamento Popolare Ortodosso, il Partito Popolare Danese, il Movimento per la Francia, il Partito Politico Riformato, i Veri Finlandesi e il Partito Nazionale Slovacco.

Il 20 gennaio 2010, in vista delle elezioni regionali in Basilicata, Allam dichiara a Porta a Porta di volersi candidare alla presidenza della regione in rappresentanza del centro-destra, ma Berlusconi e Fini esprimono seri dubbi sulla candidatura.[33] Successivamente Magdi Allam ha annunciato la sua candidatura con una lista propria, Io Amo la Lucania, che ha partecipato alle elezioni lucane attestandosi all'8,72%.[34] In occasione della strage di Oslo del 22 luglio 2011, Allam si è segnalato per aver sostenuto che l'attentato è da considerarsi quale conseguenza del dilagare del multiculturalismo.[35] È costantemente seguito da una scorta di 6 uomini su tre auto blindate.[36]

L'adesione a FdI[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2014 aderisce a Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale, diventando membro dell'ufficio di presidenza del partito.[37] Si è candidato alle elezioni europee del maggio 2014 nella circoscrizione Nord-Est,[38] ma non è stato rieletto.

Nel 2015 si dimette dall'ufficio di presidenza del partito.

Procedimenti giudiziari[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel maggio 2011 Allam fu condannato dal tribunale di Milano per diffamazione nei confronti del leader politico tunisino Rashid Ghannushi, all'epoca ricercato dal regime dittatoriale di Zine El-Abidine Ben Ali in patria e successivamente destinato ad essere eletto Presidente della Repubblica tunisina. Nel libro Viva Israele, Allam aveva espresso contro Ghannushi accuse che il Tribunale stabilì essere del tutto infondate, condannando lo stesso Allam al pagamento di 38 000 euro.[39]
  • Nell'agosto 2011 il tribunale di Jesi condannò Allam per diffamazione ai danni dell'Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia per una falsa accusa di minaccia di morte ricevuta.[40]
  • Nel febbraio 2012 la 1ª sezione civile di Milano sentenziò che Allam aveva diffamato due giornalisti del Corriere della Sera e del Sole 24 ORE, che nel suo libro Io amo l'Italia ma gli italiani la amano? (Mondadori), erano stati accusati da Allam di non essere mai stati a Bassora (Iraq) nel 2003. I giornalisti erano in realtà stati presi in ostaggio il 28 marzo 2003. Il tribunale condannò anche la Mondadori a cancellare i passaggi incriminati, in quanto giudicati frutto di una falsa ricostruzione dei fatti.[41]
  • Nel dicembre 2014 viene assolto dall'accusa di 'Islamofobia' dal “Consiglio di disciplina” dell’Ordine dei Giornalisti. L'accusa di aver pubblicato sul quotidiano Il Giornale articoli caratterizzati da islamofobia”, perché “non compaiono valutazioni critiche per fatti di cronaca circostanziati ma affermazioni di carattere generale sulla religione islamica e coloro che la osservano, con una generalizzazione che colpisce anche quanti, moderati, tra i circa duemilioni presenti in Italia, rispettano le leggi del Paese che li ospita”. Nella motivazione della decisione di proscioglimento il Consiglio di disciplina ritiene che negli stessi articoli contestati “si esprime una critica alla religione islamica severa, piccata ma comunque circoscritta nei limiti della continenza espressiva, che in quanto giudizio ossia manifestazione del pensiero deve ritenersi legittima e insindacabile”.[42]
  • Nel gennaio 2015 la corte d'appello di Milano ha condannato Allam a risarcire nuovamente l'Unione delle Comunità e Organizzazioni islamiche in Italia, per diffamazione, avendo accusato l'associazione di star "imponendo uno stato islamico".[43]

Critiche e controversie[modifica | modifica wikitesto]

Lo scrittore Valerio Evangelisti ha definito Allam il "Pinocchio d'Egitto". Riguardo al libro di Allam "Saddam, storia segreta di un dittatore", ha contestato l'assenza di una vera e propria bibliografia e la scarsa qualità delle fonti adottate, ponendo per esempio l'attenzione sul fatto che l'intero secondo capitolo del libro sia basato su un articolo del settimanale Gente intitolato "Sono stata per trent'anni l'amante di Saddam".

Mai avevo visto «Gente» divenire fonte di uno studio storico e psico-sociologico (...) tesi di fondo dell'autore è che Saddam Hussein sia diventato cattivo a causa del nome (che vorrebbe dire “disgrazia”)[44] e per via della madre che lo maltrattava. Le dimensioni di questa cattiveria le scopriamo con orrore già a pagina 7: “Un suo ex compagno di scuola ha ricordato che Saddam rubava la merenda dei bambini. Se loro tentavano di riprendersela attaccandolo in più di uno, lui buttava il cibo per terra e lo calpestava con il piede”. Terribile. Il resto è un crescendo drammatico: Saddam che sorride in pubblico ma sta serio quando è solo, Saddam che detesta portare gli occhiali e che si tinge i capelli, Saddam che è un donnaiolo impenitente ecc.[45]

In seguito alla pubblicazione di Viva Israele, più di 200 intellettuali, scrittori e insegnanti hanno firmato una lettera aperta, inviata al settimanale «Reset», di condanna alla "lista di proscrizione" di "odiatori di Israele" redatta da Allam all'interno del suo libro.[46]

Accuse di disinformazione[modifica | modifica wikitesto]

Nel Natale del 2014 Magdi Allam pubblicò un post su Facebook, dove accusò la Chiesa cattolica di “condurre il Cristianesimo verso il suicidio” a causa di sacerdoti tolleranti verso i musulmani.[47] Nello stesso post, il giornalista allegò alcuni video come prova dell'"islamizzazione" delle chiese italiane, video che in seguito furono sbugiardati dal sito di debunking Bufale.net.[48] Infatti nei filmati non viene mostrata alcuna presunta "islamizzazione" ma solo una cerimonia interreligiosa avvenuta nemmeno in Italia, bensì alla All Saints Episcopal Church di Pasadena, in California.[49] Inoltre nelle riprese si possono notare anche la presenza di ebrei e dell’attore musulmano Ben Youcef.

Allam sostiene inoltre l'esistenza di un "piano Kalergi" per la sostituzione etnica delle popolazioni europee[50][51][52] sebbene non esistano prove che avvalorino questa teoria.[53][54]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Islam, Italia. Chi sono e cosa pensano i musulmani che vivono tra noi, Milano, Guerini, 2001. ISBN 88-8335-208-4.
  • Bin Laden in Italia. Viaggio nell'Islam radicale, Milano, Mondadori, 2002. ISBN 88-04-51416-7.
  • Diario dall'Islam. Cronache di una nuova guerra, Milano, Oscar Mondadori, 2002. ISBN 88-04-50478-1.
  • Jihad in Italia. Viaggio nell'Islam Radicale, Mondadori, Milano, 2002. ISBN 88-04-52421-9.
  • Saddam. Storia segreta di un dittatore, Milano, Mondadori, 2003. ISBN 88-04-51633-X.
  • Kamikaze made in Europe. Riuscirà l'Occidente a sconfiggere i terroristi islamici?, Milano, Mondadori, 2004. ISBN 88-04-51805-7.
  • Vincere la paura. La mia vita contro il terrorismo islamico e l'incoscienza dell'Occidente, Milano, Mondadori, 2005. ISBN 88-04-50449-8.
  • Io amo l'Italia, ma gli italiani la amano?, Milano, Mondadori, 2006. ISBN 88-04-55655-2.
  • Viva Israele. Dall'ideologia della morte alla civiltà della vita: la mia storia, Milano, Mondadori, 2007. ISBN 978-88-04-56777-6.
  • Grazie Gesù. La mia conversione dall'Islam al cattolicesimo, Milano, Mondadori, 2008. ISBN 978-88-04-57850-5.
  • Europa cristiana libera. La mia vita tra verità e libertà, fede e ragione, valori e regole, Milano, Mondadori, 2009. ISBN 978-88-04-59008-8.
  • Grazie alla vita. L'altra Italia che non smette di sognare, con Rita Coruzzi, Milano, Piemme, 2011. ISBN 978-88-566-1810-5.
  • Il Corano spiegato da Magdi Cristiano Allam, a cura di Cherubino Mario Guzzetti, Milano, Elledici, 2015.
  • Islam, siamo in guerra, Milano, Magic Press, 2015. ISBN 8877598735.
  • Io e Oriana, Milano, MCA Comunicazione, 2016. ISBN 978-8877599261.
  • Maometto e il suo Allah. Ovvero, L'invenzione del Corano, Milano, Piemme, 2017. ISBN 978-88-566-5988-7.
  • Il Corano senza veli, Milano, MCA Comunicazione, 2017. ISBN 978-88-942-0382-0.
  • Stop islam, Milano, MCA Comunicazione, 2020. ISBN 978-88-942-0383-7.
  • Un miracolo per l'Italia, Milano, MCA Comunicazione, 2023.

Vincere la paura (2005)[modifica | modifica wikitesto]

In Vincere la paura Magdi Allam ha portato testimonianze della sua vita sotto scorta, assegnatagli dal Ministero dell'interno italiano a seguito delle minacce ricevute da parte della dirigenza di Ḥamās per via delle critiche ripetute mosse da Allam medesimo al terrorismo suicida palestinese.[55] Nello stesso libro, Allam ha inoltre accusato Roberto Piccardo, ex-segretario dell'UCOII, di averlo segnalato ad Ḥamās ai fini di farne decretare la condanna a morte, di complicità nei sequestri in Iraq nonché di «fomentare odii e incitare alla morte». A seguito della pubblicazione del libro, Piccardo ha sporto querela contro Allam.[56]

Io amo l'Italia. Ma gli Italiani la amano? (2006)[modifica | modifica wikitesto]

Nel suo libro Io amo l'Italia. Ma gli Italiani la amano? Allam scrive di come l'UCOII e la IADL (Islamic Anti-Defamation League)[57] avrebbero assoldato un "plotone di esecuzione" composto da estremisti di destra e di sinistra con la finalità di assassinarlo e di "spargere veleni sulla [sua] credibilità ed onorabilità": questo per dare esecuzione al già citato mandato ad uccidere che sarebbe stato emesso dalla dirigenza di Ḥamās nei suoi confronti. Osserva tuttavia il sen. Luigi Malabarba (PRC) che «non risultano aperti procedimenti penali a carico dell'Ucoii[58] o della Iadl, tanto meno per l'istigazione all'omicidio del sig. Magdi Allam», e che lo stesso Ministro dell'Interno che ha assegnato la scorta ad Allam ha ritenuto di «nominare l'Ucoii nella consulta per l'islam italiano».[59]

A quest'ultima considerazione del sen. Malabarba l'ex Ministro degli Interni Giuseppe Pisanu (principale promotore della citata Consulta) ha in seguito ribattuto sostenendo che sarebbe stato impensabile escludere fin dall'inizio l'UCOII, la principale organizzazione islamica presente in Italia, dal nuovo organo nato appunto per rappresentare l'Islam italiano.

Viva Israele (2007)[modifica | modifica wikitesto]

Nel suo libro Viva Israele Allam critica in modo veemente alcuni noti studiosi della realtà arabo-islamica contemporanea, primo fra tutti il prof. Massimo Campanini,[60] allora dell'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale". Allam accusa Campanini di antisemitismo, di minimizzare colpevolmente il "pericolo islamista" - un abito mentale tipico, secondo Allam, della grande maggioranza dei docenti universitari italiani - e di sottovalutare, nei suoi libri, editi da prestigiose case editrici italiane e anche straniere, il ruolo dei Fratelli Musulmani nella realizzazione di atti di violenza di stampo fondamentalista nel mondo.

Tale accusa completa il pensiero di Magdi Allam, ostile al mondo universitario dell'orientalistica italiana[61] che, nel corso del 2007, lo aveva ad esempio già indotto a condannare con la massima severità, dalle pagine de Il Corriere della Sera, l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale" - specializzata dal 1732 nello studio delle culture orientali extra-europee - nonché la Georgetown University di Washington D.C., università cattolica statunitense, per aver invitato tra gli altri relatori (fra cui Ṭāriq Ramaḍān) un personaggio quale Rashid Ghannushi per il convegno internazionale Giving Voice to Muslim Democrats tenutosi a Napoli. Ghannushi, a causa di questo articolo, declinò l'invito, asserendo di non sentirsi garantito nella libera espressione delle sue idee.[62]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nome adottato in occasione del battesimo, il 22 marzo 2008.
  2. ^ La famiglia Caccia pagò le spese scolastiche.
  3. ^ In un'intervista a Grazia, Allam descrisse così le proprie convinzioni in materia di religione: «Sono un musulmano laico. Non mi sono mai convertito al Cristianesimo. Un giorno molti anni fa, sono entrato in una chiesa e ho fatto la Comunione. Non era un gesto di fede. Ma un bisogno, profondo e confuso, di appartenenza a una cultura che volevo diventasse mia»
  4. ^ a b Magdi Cristiano Allam, Europa Cristiana Libera, Mondadori, 2009.
  5. ^ «Devo andarmene, l'Egitto è una grande prigione e io voglio vivere in libertà» (Vincere la paura, p. 46)
  6. ^ Magdi Allam, su treccani.it, Enciclopedia Treccani. URL consultato il 21 settembre 2012.
  7. ^ Magdi Cristiano Allam, su Io Amo l'Italia. URL consultato il 24 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2012).
  8. ^ Biografia di Magdi Cristiano Allam, su cinquantamila.corriere.it. URL consultato il 12 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2016).
  9. ^ Il primo articolo di Magdi Allam sul Corriere della Sera, su archiviostorico.corriere.it.
  10. ^ Magdi Allam racconta l'Islam moderato, su Corriere della Sera, 19 agosto 2005, p. 7. URL consultato l'11 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2013).
  11. ^ Premio Letterario Internazionale Il Molinello 2009 XIII Edizione, su literary.it. URL consultato l'11 settembre 2023.
  12. ^ Magdi Allam, Moschea-mania, serve uno stop, su Corriere della Sera.it, 29 settembre 2005. URL consultato l'11 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2008).
  13. ^ Intervista di Magdi Allam all'ex ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, su Corriere della Sera, 25 settembre 2003. URL consultato l'11 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2009).
  14. ^ Un ammiratore di Magdi Allam, su tempi.it. URL consultato il 10 ottobre 2006 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2007).
  15. ^ Cfr. Copia archiviata, su ladige.it. URL consultato il 3 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014). il parere del direttore Pierangelo Giovanetti sul quotidiano L'Adige.
  16. ^ Marco Travaglio, La scomparsa dei fatti, Milano, il Saggiatore, 2006, p. 202.
  17. ^ Il premio Dan David, su dandavidprize.com.
  18. ^ (EN) About the prize, su Dan David Prize. URL consultato l'11 settembre 2023.
  19. ^ Dan David Prize, About » About The Prize » | The Dan David Prize, su dandavidprize.org. URL consultato il 22 ottobre 2016.
  20. ^ (EN) Laureates 2006 - Magdi Allam, su Dan David Prize. URL consultato l'11 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014).
  21. ^ «Approdo di un lungo cammino - Decisivo l’incontro con il Papa» (Lettera al direttore di Magdi Allam), su Corriere della Sera, 23 marzo 2008. URL consultato il 12 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2009).
  22. ^ Magdi Cristiano Allam, «Approdo di un lungo cammino. Decisivo l’incontro con il Papa», su Corriere della Sera, 23 marzo 2008. URL consultato il 12 settembre 2023.
  23. ^ Anche per evitare strumentalizzazioni politiche, Allam ha dichiarato nel suo libro Grazie Gesù di non amare il partito di Lupi essendo, per definizione del suo fondatore Silvio Berlusconi, un partito "monarchico nelle decisioni e anarchico nei valori".
  24. ^ a b "Il Corriere della Sera", 23-3-2008, p. 8.
  25. ^ Magdi Cristiano Allam, Perché me ne vado da questa Chiesa debole con l'islam, in Il Giornale, 25 marzo 2013. URL consultato il 25 marzo 2013.
  26. ^ Redazione Online, Magdi Cristiano Allam: «Lascio la Chiesa», in Corriere della Sera, 25 marzo 2013. URL consultato il 25 marzo 2013.
  27. ^ Magdi Allam lascia anche la Chiesa: "Questi Papi troppo deboli con l'Islam", in La Repubblica, 25 marzo 2013. URL consultato il 25 marzo 2013.
  28. ^ Magdi Cristiano Allam. Intervista al giornalista egiziano naturalizzato italiano., su wsimagazine.com. URL consultato il 9 settembre 2013.
  29. ^ Gian Guido Vecchi, «Il mio partito per l'Europa cristiana», su Corriere della Sera.it. URL consultato l'11 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2008).
  30. ^ Parlamento europeo, la classifica degli assenteisti italiani, su Il Fatto Quotidiano, 25 aprile 2014. URL consultato il 26 ottobre 2016.
  31. ^ Sito ufficiale di “Io Amo l'Italia”, su magdicristianoallam.it. URL consultato il 24 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2023).
  32. ^ (EN) Magdi Cristiano Allam, Comunicato di dimissioni dal PPE, su Io amo l`Italia, 17 dicembre 2011. URL consultato il 13 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2012).
  33. ^ Così riportano da Il Giornale e Il Secolo d'Italia. Quest'ultimo lo attacca duramente con un editoriale intitolato "Ci mancava solo l'egiziano"[senza fonte]
  34. ^ Elezioni Basilicata 28 marzo 2010 - Matera e Potenza, su Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 16 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2020).
  35. ^ Magdi Cristiano Allam, Se il multiculturalismo genera nuovi mostri (e dirlo non è un reato), su il Giornale.it, 1º agosto 2011. URL consultato il 16 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2013).
  36. ^ Mancano i soldi, ma le scorte no. Ecco tutti i potenti da proteggere, da "Il Tempo" del 20/09/2013
  37. ^ Sito ufficiale di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale, su fratelli-italia.it. URL consultato il 24 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2014).
  38. ^ Magdi Cristiano Allam, europarlamentare e capolista di Fratelli d'Italia alle elezioni europee nel Nord-Est, sostiene il piano di esenzione fiscale per le zone alluvionate e t... (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  39. ^ Magdi Cristiano Allam condannato dal tribunale di Milano per diffamazione, su cronacalive.it, 15 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2011).
  40. ^ Magdi Cristiano Allam condannato per diffamazione, su cronacalive.it, 30 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2011).
  41. ^ Roberto Borghi, GIORNALISTI: MAGDI ALLAM CONDANNATO PER DIFFAMAZIONE, su Primaonline, 24 febbraio 2012. URL consultato il 15 ottobre 2023.
  42. ^ Io assolto perché l'islamofobia non esiste, su ilgiornale.it. URL consultato il 6 ottobre 2016.
  43. ^ La nostra lotta al terrorismo? I giudici condannano Allam, su ilgiornale.it, 12 gennaio 2015.
  44. ^ In realtà il significato è "chi urta duramente". Cfr. Vocabolario Arabo-Italiano, Roma, Istituto per l'Oriente, 1964 e succ. ed., II p. 738-739a.
  45. ^ IL PINOCCHIO D'EGITTO (Prima parte: i sosia).
  46. ^ Lettera aperta su Magdi Allam. di Stefano Allievi
  47. ^ facebook.com, https://www.facebook.com/MagdiCristianoAllam/photos/pcb.816273828430541/816273158430608/?type=3.
  48. ^ BUFALA Chiese trasformate in moschee per volontà di sacerdoti cristiani cattolici, su bufale.net.
  49. ^ Ilfattoquotidiano, Magdi Cristiano Allam e la misinformazione.
  50. ^ Il Piano Kalergi per l’annientamento dei popoli europei è in atto con la complicità di chi ci governa, su magdicristianoallam.it. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  51. ^ L'invasione di clandestini e il Piano Kalergi: così gli italiani scompaiono, su magdicristianoallam.it. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  52. ^ Ma questa è una sostituzione etnica, in ilGiornale.it. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  53. ^ Cos’è il piano Kalergi, la bufala dei migranti che uccideranno gli europei, 28 settembre 2015. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  54. ^ Dai Protocolli dei savi di Sion al piano Kalergi: la lunga storia d'amore tra razzismo e fake news - Wired, in Wired, 25 agosto 2017. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  55. ^ Anteprima del libro “Vincere la paura”, su corriere.it. URL consultato il 12 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2006).
  56. ^ La Stampa, 6 settembre 2005 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2008).
  57. ^ Un'associazione fondata e diretta da Dacia Valent fin dal luglio del 2005, nota soprattutto per aver denunciato Oriana Fallaci per i suoi libri caratterizzati da fortissima ostilità all'islamismo
  58. ^ L'UCOII è spesso indicata come associazione islamica legata ai Fratelli Musulmani, organizzazione ampiamente finanziata dall'Arabia Saudita. Impossibile fornire dati numerici affidabili che la riguardino, vista la diffusa autoreferenzialità dei movimenti islamici in Italia che non sono riusciti a identificare un loro portavoce in grado di siglare con lo Stato italiano un accordo concordatario.
  59. ^ Interrogazione parlamentare del sen. Malabarba, 18 luglio 2006, seduta n.19.
  60. ^ All'epoca docente di Storia contemporanea dei Paesi Arabi dell'Università degli studi di Napoli "L'Orientale".
  61. ^ Nel suo Viva Israele, Milano, Mondadori, 2007, p. 168, il giornalista-scrittore afferma in toni apodittici: «... (il) mondo accademico italiano, che è perlopiù ideologicamente schierato a sinistra e nutre (...) simpatie filoislamiche».
  62. ^ Il motivo del duro attacco mediatico di Allam (che definì "terrorista" l'esponente fondamentalista tunisino) erano gli scritti giovanili di Ghannushi che un trentennio prima aveva in effetti usato espressioni incitanti alla violenza per abbattere il regime autocratico tunisino. Pochi anni più tardi Ghannushi aveva però espresso con costanza la sua ferma contrarietà all'uso della violenza, nella certezza via via formatasi che il libero e "democratico" consenso dei musulmani avrebbe comunque infine permesso alle popolazioni islamiche di affrancarsi dai loro numerosi tiranni e dittatori, talora in grado di sopravvivere, essenzialmente grazie a non lievi "complicità" internazionali ("Intervista a Ġannūšī" (di M. Guida). Oriente Moderno, LXXXIV (2004), pp. 685-696.)

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